Milioni di persone trattate per cancro… che non è cancro?!??!!

questionMilioni di persone negli scorsi anni hanno ricevuto una diagnosi di cancro e sono stati trattati per questo e ora si scopre che non si trattava di cancro… Questo è quello che emerge da un articolo pubblicato nella prestigiosa rivista JAMA (Journal of American Medical Association) dal titolo eloquente “Iperdiagnosi e ipertrattamento nel cancro” apparso anche online il 29 luglio scorso (2013).

L’articolo afferma che i medici, i pazienti e il pubblico in generale devono riconoscere che l’iperdiagnosi (eccesso di diagnosi) è comune e si verifica sempre più frequentemente con lo screening del cancro. L’iperdiagnosi o l’identificazione del cancro indolente ( cioè lesioni poco o per niente progressive e quindi non pericolose), è comune nello screening della mammella, del polmone, della prostata e per il cancro alla tiroide.

L’articolo invita la comunità medica a non chiamare più con il termine “cancro” alcuni tipi di lesioni benigne come il “carcinoma duttale in situ”, la “neoplasia intraepiteliale prostatica” e il “papilloma di grado 1”. Per evitare l’iperdiagnosi gli autori dell’articolo consigliano, tra l’altro, di ridurre la frequenza degli screening (che molte volte sono pericolosi essi stessi per la salute -vedi mammografia -n.d.r.) e di concentrarla sulla popolazione ad alto rischio.

E’ una buona notizia ma l’altra faccia della medaglia è che negli scorsi decenni, milioni di persone (si parla di 1,3 milioni di donne con carcinoma duttale in situ solo negli USA) sono state inutilmente diagnosticate di cancro e quel che è peggio trattate con metodi tossici e invasivi come la chemioterapia (che è provato può produrre essa stessa altri tumori… vedi ad esempio l’affermazione del dr. Otis Brawley dell’ American Cancer Societyhttp://edition.cnn.com/2010/HEALTH/expert.q.a/10/06/non.hodgkins.lymphoma.brawley/ – in Inglese) quando non era assolutamente necessario. Un invito per la comunità medica a riflettere e per i pazienti a informarsi per tutelare la propria salute. (fonte dell’articolo su JAMA in lingua inglese http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=1722196)